DisART

Il progetto DisART si propone di abbattere le barriere che spesso impediscono la comunicazione tra DUE MONDI: quello delle persone DIVERSAMENTE ABILI e quello della cultura e dell’arte. L’arte è in verità una via speciale per la promozione della consapevolezza di sé, per l’espressione delle EMOZIONI e per la realizzazione dei TALENTI INDIVIDUALI; è uno strumento potentissimo per garantire alle categorie più deboli della società, in questo caso ai portatori di disabilità, la LIBERTA’ el’INTEGRAZIONE SOCIALE.

II progetto, finanziato dalla Fondazione di Sardegna per l’anno 2021, si rivolge a un gruppo di persone con disabilità cognitive e motorie anche gravi per consentire loro di imparare, attraverso il ricorso a TECNICHE ARTISTICHE legate al MURALISMO, a far conoscere se stessi attraverso la CREATIVITA’ e per conoscere il mondo dell’arte attraverso la sua storia e le sue diverse manifestazioni. Ciò avverrà attraverso lo studio della storia dell’arte muralistica sarda e internazionale e delle relative tecniche, ma soprattutto attraverso la creazione di murales di gruppo urbani, con un approccio sia didattico sia ludico.

Nella nostra precedente esperienza (il progetto “Arte e disabilità” finanziato dalla Fondazione di Sardegna, annualità 2020) sono emerse le enormi potenzialità dei murales, motivo per cui si è scelto, nel progetto DisART, di conferire maggiore attenzione a questo tipo di attività. La precedente esperienza ha reso evidente come la realizzazione di un murale faciliti l’interazione sociale senza necessariamente venire meno alle regole del distanziamento fisico previsto dalle norme anti-Covid-19; essa consente di lavorare all’aperto e, proprio per questo, di esercitare una grande attrattiva sulla popolazione e di trasmettere in modo più efficace i messaggi fondamentali che l’associazione promuove, consentendo di abbattere davvero tutti i limiti e le barriere.

Il progetto DisART vuole creare un laboratorio e una mostra permanenti a cielo aperto, che consenta alle persone con disabilità di socializzare tra di loro e con il territorio, all’aperto e “a distanza”, senza che venga meno il diritto alla socializzazione “in sicurezza” anche nel corso di un’emergenza grave come quella legata alla Covid-19.